Nel 1982 Cesare Leonardi e Franca Stagi pubblicano L’Architettura degli Alberi, catalogo della mostra che si tiene nello stesso anno prima a Reggio Emilia, poi a Modena. Durante gli studi universitari Cesare Leonardi era rimasto colpito dalla ricca vegetazione dei colli che circondano Firenze e dagli alberi monumentali nei parchi cittadini. La suggestione di fronte alle meravigliose forme della natura, per le quali, ricorda, «sentivo un’attrazione maggiore che per le forme dell’architettura», lo spinge a proporre al docente Leonardo Savioli una tesi di progettazione del verde riguardante un Parco urbano a Modena, nell’area successivamente destinata a Parco della Resistenza.La consapevolezza che sia impossibile disegnare un parco senza conoscere a fondo gli elementi che lo compongono, ovvero gli alberi lo spinge a studiare gli alberi, e di farlo attraverso l’esperienza diretta. Dapprima a Firenze, poi a Modena e sull’Appennino modenese, fotografa ogni esemplare che ritiene interessante e ne annota le misure. Procede poi con il ridisegno utilizzando come base la fotografia e assumendo come criterio la rappresentazione in scala 1:100.La ricognizione delle specie prosegue insieme a Franca Stagi per circa vent’anni, coinvolgendo i collaboratori dello studio e assumendo i contorni di una vicenda ‘epica’. Viaggiano in l’Italia, dall’Orto Botanico di Palermo, passando per la Reggia di Caserta, fino a Villa Taranto sul Lago Maggiore, e poi in Europa, sui laghi in Svizzera («qui ci sono alberi meravigliosi» rammenta) e attraverso la Francia, fino ai parchi di Londra. L’Architettura degli Alberi raccoglie 374 disegni di 211 specie, a cui si aggiungono i disegni dei particolari (foglie e frutti) e le schede descrittive di ogni singola specie (i territori di origine, il loro adattamento all’ambiente urbano e alle diverse condizioni climatiche). Nel caso dei caducifoglie è rappresentato l’albero nelle due versioni, con le foglie e spoglio.Il disegno ha un’importanza duplice: da un lato permette di cogliere e sintetizzare i tratti distintivi dell’albero (dimensione e forma del fusto, ramificazioni, loro frequenza e dimensione, composizione della chioma) attraverso un lavoro interpretativo che raramente consiste nel ridisegno pedissequo della base fotografica; dall’altra, consente di isolare l’albero rispetto al paesaggio.Fondamentali i criteri di scelta: dal momento che un albero può avere dimensioni diverse a seconda dell’età, del luogo, del clima o della natura del terreno, sono stati scelti esemplari maturi e di dimensione rappresentativa.Stessa cosa per il portamento, soggetto a infinite variabili. In particolare sono stati evitati esemplari potati, perché in caso di potatura l’andamento dei rami subisce un’alterazione e l’albero perde il suo portamento caratteristico.