Nel 1970 Cesare Leonardi e Franca Stagi partecipano al concorso per Parco della Resistenza a Modena, aggiudicandosi il primo premio. La proposta non si limita al disegno dell’area definita dal bando, ma si estende oltre il perimetro urbanizzato individuando due ‘parchi fluviali’ lungo i fiumi Secchia e Panaro, collegati da un ‘parco territoriale’ a sud della città (un grande bosco di 16 chilometri quadrati) e da un sistema di tre ‘parchi urbani’: Parco Amendola, Parco della Resistenza, Parco Medaglie d’Oro che mettono in relazione l’infrastruttura verde con gli ambiti residenziali. L’area centrale, quella di Parco della Resistenza, si caratterizza per la presenza di una piattaforma quadrata con il lato di 300 metri delimitata sul perimetro da gradinate, definita dai progettisti «un teatro alla rovescia, aperto verso l’intorno e non convergente verso una zona centrale». Sulla piattaforma sorge un bosco di forma triangolare costituito da fasce alberate parallele. Nelle tavole gli alberi sono veri e propri elementi architettonici: sono disegnate le variazioni del loro colore nelle quattro stagioni, la proiezione delle ombre, i raggruppamenti degli alberi in rapporto alle ombre, i percorsi che attraversano il parco in più direzioni inseriti nel preciso reticolo geometrico definito dalle essenze arboree. Infine, una piccola stazione dei treni dismessa, a nord del parco, viene conservata e destinata al gioco dei bambini senza perdere il fascino e il potere immaginifico di un autentico scalo ferroviario.
Il progetto per Parco della Resistenza e per l’infrastruttura verde tra i due fiumi che avrebbe cambiato destino allo sviluppo della città di Modena, non si realizza. Nonostante ciò, l’impegno dello studio Leonardi-Stagi per un’architettura a valenza pubblica e sociale in rapporto con lo spazio verde e alberato porta, tra il 1970 e il 1980, a una serie di realizzazioni tra cui i Centri Nuoto di Vignola (1973-1982) e di Mirandola (1973-1980); i cimiteri di Concordia (1972-1979) e Poggio Rusco (1973-1977); Parco Amendola a Modena (1972-1981).
Nel giugno del 1981 viene inaugurato Parco Amendola a Modena. L’intento dei progettisti è quello di evocare i paesaggi fluviali della pianura emiliana. Una fascia verde continua in direzione nord-sud rappresenta il corso del fiume, interrotta da due laghi e delimitata ad est e ad ovest da un ‘orizzonte’ di collinette che richiamano gli argini di un fiume. Queste hanno la funzione di mediare il passaggio tra il parco e le abitazioni limitrofe creando una soglia permeabile libera da recinzioni. I percorsi, in lastre di cemento gettate in opera (simili a quelli del Centro Nuoto di Vignola) e i cilindri sedile-gioco, sempre in cemento, ripropongono in astratto i sassi presenti lungo il gretto di un fiume.La piantumazione delle aree verdi deriva da uno studio approfondito delle essenze arboree, scelte in base alla forma, alla dimensione, al colore che muta durante le stagioni e alle ombre, dando così effettiva applicazione agli studi de L’Architettura degli Alberi.
Una torre-meridiana alta quaranta metri illumina nelle ore notturne la zona centrale del parco. Dotata di un proiettore multiplo rotante, oggi in disuso, compiva un giro completo ogni ora creando ombre in continuo movimento.