Nel 2008, in un articolo sull’Independent, il famoso designer Ron Arad ha definito la Nastro come la ‘sedia perfetta’: «È la sedia che tutti notano quando vengono a casa mia e mi fanno i complimenti per la sua bellezza. […] In realtà è l’unico pezzo che non ho disegnato io. […] Quando c’è un’idea così forte, un nastro continuo, il design è al servizio dell’idea e non il contrario».

Nel 1957, al secondo anno di università, mentre il professore di Scienza delle Costruzioni spiega il principio di ‘resistenza per forma’ dei materiali, Cesare Leonardi incurva un foglio di carta e immagina un elemento continuo che nel suo sviluppo sia insieme seduta, braccioli e schienale.
Questa semplice intuizione è all’origine della poltrona Nastro. Occorrono tuttavia alcuni anni per lui e Franca Stagi prima di riuscire a realizzare il prototipo. L’incontro con Anselmo Negri, abile artigiano modenese, è decisivo. «Mi piace» dice «proviamo a farlo in vetroresina». Dopo una lunga fase di sperimentazione, nel 1961 il prototipo della Nastro vede la luce. Pur non avendo trovato aziende interessate a produrla, i due architetti non si fermano e nel 1966 progettano nuove sedute: un ‘dondolo’ interamente in vetroresina, e una poltrona a ‘guscio’, chiamata Eco poiché all’interno il suono risulta sordo e fortemente attenuato.
Sono i decenni del boom economico, in cui le plastiche, al centro delle sperimentazioni di architetti e designer, entrano progressivamente anche nell’uso comune. Dondolo, Nastro ed Eco vengono presentate all’8° Salone del Mobile di Milano nel 1968 nello stand dell’azienda Bernini di Figline Valdarno (Firenze), e hanno un successo immediato. «Erano una tale novità» ricorda Leonardi «che tutti si precipitavano a vederle».
I progetti appaiono su giornali e riviste internazionali, Leonardi conosce Joe Colombo e i designer più noti all’epoca. L’anno successivo entrano nel catalogo di Bernini anche la sedia Zeta, il divano Mantissa, il tavolino Fold e il tavolo Quadrante, che da tondo diventa quadrato. Di lì a poco la produzione passa ad un’altra azienda, la Fiarm-Elco di Scorzè (Venezia) e il repertorio si arricchisce di nuovi modelli: i tavolini Kappa, 3/4 e 3/4 Tris, i portaombrelli Cuneo e Lenticchia, il portafrutta XYZ.La mostra del 1972 al MoMA di New York Italy: The New Domestic Landscape consacra il design industriale italiano alla fama mondiale. Il Dondolo è uno degli oggetti simbolo della rassegna, sintesi ed espressione perfetta di un’epoca e di una nuova concezione del design.